Immuni è l’app italiana scelta dal Governo con lo scopo di tracciare i movimenti delle persone in seguito all’emergenza Coronavirus.
Clicca qui per scoprire tutte le news aggiornate sulle aziende coinvolte, per ora possiamo dire che Immuni nasci da un’idea innovativa finanziata e partita da Renzo Rosso, Paolo Marzotto, Giuliana Benetton, i Dompè, i Lucchini, i figli di Berlusconi e il finanziere Davide Serra.
Nel mese di aprile, Domenico Arcuri (dirigente d’azienda, funzionario italiano, amministratore delegato di Invitalia e commissario straordinario per il potenziamento delle infrastrutture ospedaliere per fronteggiare l’emergenza pandemiologica) ha firmato l’ordinanza sulla concessione gratuita della licenza d’uso sul software, di contact tracing e di appalto di servizio gratuito, con la società Bending Spoons Spa.
Entrata in funzione il primo maggio, l’App Immuni per la “Fase 2” è stata creata in collaborazione con il Centro medico Santagostino a Bologna.
Come sta andando la sperimentazione, ma soprattutto cosa ne pensano i politici?
Tra polemiche e sostenitori, anche di chi la vede lo strumento per tornare almeno in spiaggia in sicurezza, l’applicazione ha iniziato il suo test nelle prime regioni: Liguria, Abruzzo, Puglia e Marche:
“Per quanto mi riguarda i liguri non saranno le cavie di un governo che improvvisa anche sull’App immuni. Perché non inizia la sperimentazione la regione Lazio che ha come suo Presidente il segretario del PD?”
Queste le prime problematiche coltivate in questi giorni. Ad affermarlo è anche l’assessore alla Sanità e il vicepresidente della Liguria Sonia Viale.
Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia – Romagna, boccia l’app immuni presentata dal Governo e specifica che fa fatica a capire di cosa si tratti nello specifico.
A non condividere quest’iniziativa è anche il leader della Lega Matteo Salvini, in merito a ciò ha detto: “Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il Popolo, ad essere investito di decisioni così delicate.
Inoltre sulla “app Immuni” sono evidenti alcune gravi criticità, da molti sollevate, tra le quali: chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati?”
Tra controversie ed altro, molti si chiedono come funzioni Immuni. Ecco i dettagli
Le modalità sono le seguenti: si verrà avvisati tramite una notifica di colore arancione in caso di possibili sintomi e verranno inviati dei consigli su come comportarsi. Se non vi è nessuna necessità di un controllo medico per verificare la presenza del virus, la notifica consiglierà, comunque, di restare a casa.
Se si è stati a contatto con contagiato cosa succede? L’ App Immuni invierà un messaggio di allerta e inviterà a prendere le giuste precauzioni.
Il download è partito poco fa e ad oggi si contano oltre due milioni di download: ora non resta che valutare se l’app sarà davvero necessaria a diminuire il contagio. L’app potrà è disponibile su App Store e Google Play; nei prossimi mesi Immuni arriverà in tutto il mondo.
Gli smartphone che disporranno dell’app saranno connessi in caso di avvicinamento, con un codice casuale e anonimo (fornito dal Governo italiano) per proteggere la privacy, i dati personali e la posizione geografica.
La ministra dell’Innovazione Paola Pisano, in collaborazione con la Bending Spoons, ha reso pubblica una parte del codice di Immuni, annunciando un call center nazionale dove verrà spiegato ai cittadini italiani il funzionamento del nuovo servizio.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati dichiara infine:
“I titolari sono tenuti non soltanto a garantire l´osservanza delle disposizioni del regolamento, ma anche a dimostrare adeguatamente in che modo garantiscono tale osservanza. “